Laboratorio di musica alla Comunità Persefone educativa riabilitativa

 

LABORATORIO DI MUSICA

L’importanza della musica nel processo educativo è dovuto al fatto che ogni apprendimento è tanto più significativo quanto più è carico di emozione, perché l’emozione si insinua nei processi, li penetra profondamente caricandoli di significato. E la musica sembra essere un canale privilegiato per veicolare le emozioni. A differenza del linguaggio parlato che ritrova molte difficoltà di espressione di processi inconsci per il suo carattere di rigidità e rigore, la musica sembra il modo più facile e libero di esprimere i propri contenuti anche quelli inaccessibili.
Alcuni autori più di altri attraverso le loro opere disorientano e stupiscono l’ascoltatore per quella sensazione di essere in contatto con l’invisibile. Questo capita anche di fronte ad un dipinto moderno o ad una scultura. Sicuramente la musica per le sue caratteristiche si presta meglio a questo incontro.
In un suo contributo Roberto Ruga, psicologo e psicoterapeuta veneto, ci parla di una “musica nuova” e analizza le emozioni suscitate dall’ascolto di due autori: Schonberg, che egli definisce come colui che ha dato avvio alla musica dell’inconscio, e Debussy.
Attraverso il metodo dodecafonico utilizzato nelle opere, Schonberg crea uno stato di dissolvimento e sospensione. Nella sua musica rompiamo il legame col passato, ogni prevedibilità viene a cadere e l’ascoltatore non riesce a trovare familiarità nei suoni. I suoni sono sfuggenti, spesso duri e carichi di un forte nervosismo. Il nesso con la psicoanalisi è forte. Qui la tecnica delle libere associazioni trova il suo corrispondente nel suonare senza regole; parlare e suonare senza regole esterne condivise ma utilizzando orientamenti interni.
Il carattere sognante della musica di Debussy è dovuto al ritmo fuggente, all’ondeggiare dei suoni e, anche in questo caso, il risultato è quello di una sospensione, un vuoto come spazio che permette la riflessione. Roberto Ruga scrive “l’ascolto diventa un’avventura inesauribile che ci strega con melodie ineffabili, inclassificabili, allusive perché rimandano a significati nascosti, segreti, che incarnano e fanno risuonare il nostro pianeta interiore”.
La Comunità educativa per minori a scopo terapeutico-riabilitativo Persefone si avvale di volontari, di gruppi musicali locali, che trasmetteranno ai minori una conoscenza musicale, sollecitandoli ad un impiego attivo degli strumenti e alla creazione di un linguaggio musicale spontaneo. significa abbandonare la pretesa di poter dedurre tutto sulla base di parametri logico-deduttivi e di aprirsi all’esplorazione e alla curiosità.

 

 

Laboratorio di Arte presso la Comunità riabilitativa

LABORATORI DI ARTE

L’arte terapia è uno strumento terapeutico che utilizza i materiali artistici per favorire l’esplorazione, l’espressione e l’integrazione dei vissuti corporei, psicologici ed emotivi.
L’utilizzo di modalità espressive non verbali, come la produzione artistica e l'uso libero e spontaneo dei materiali, promuove il recupero e lo sviluppo del processo creativo dell’individuo, alla base del benessere psicoaffettivo, delle capacità di comunicazione e relazione. I diversi momenti di realizzazione di un’immagine o di un oggetto artistico, così come le esperienze sensoriali evocate dai materiali stessi, facilitano il contatto con pensieri ed emozioni legati sia ad esperienze significative del passato che a quelle connesse al momento presente.
I materiali, il processo creativo e l’immagine prodotta fungono quindi da veicolo e da contenitore per vissuti e affetti (a volte difficilmente comunicabili per via verbale) e permettono così l’acquisizione di un maggiore senso di competenza e di controllo sul piano emotivo.
L’arte terapia non richiede alcuna preparazione tecnica o artistica. Il lavoro ha luogo in uno spazio protetto, in un clima accogliente, di condivisione e ascolto privo di giudizio.
Le immagini e i prodotti creativi che i partecipanti sono invitati a produrre non hanno finalità tecniche o estetiche ma sono il principale strumento di relazione con se stessi e con l’altro. Le potenzialità creative ed espressive sono usate come strumento di ascolto, di comunicazione e di espressione di sé. L’arte terapia permette, a chi la pratica, di spiegarsi senza usare le parole, consente alle persone di dire, tramite le immagini, quello che non riescono ad esprimere in altro modo. Le emozioni e le sensazioni più profonde trovano una via di uscita, qualunque sia la loro natura.
L’arte terapia contribuisce a costruire una nuova narrazione di se stessi traducendo le emozioni in immagini, le immagini in metafore e le metafore in nuove narrazioni del proprio vissuto emotivo ed esperienziale.
La terapia consiste nell’innestare nella persona un processo di cambiamento che nasce dalla co-costruzione di storie alternative attivando una trasformazione terapeutica delle trame narrative.
Hillman afferma “che non è l’uomo che va curato, ma le immagini del suo ricordo, perché il modo in cui ci raccontiamo ed immaginiamo la nostra storia, influenza il corso della nostra vita”.
Il riciclo creativo è una tecnica molto utile perché oltre a dare libero sfogo alla creatività con l’utilizzo dei più disparati oggetti permette di dare a questi ultimi nuova vita. Gli oggetti destinati alla spazzatura vengono recuperati e riadattati a nuovi scopi d’uso. Alla base di questa attività esiste la profonda consapevolezza che ogni essere o oggetto ha infinite capacità adattive, può funzionare in contesti diversi da quelli convenzionali, può addirittura sviluppare potenzialità che nella forma originaria non avrebbe potuto scoprire.
Gli oggetti utilizzati saranno oggetti di uso quotidiano, plastica, carta e cartoncino, vetro, legno, che i ragazzi raccoglieranno in contenitori appositi all’interno del laboratorio. Raggiunta la giusta quantità di materiali si provvederà a dargli nuova vita.
Tra le numerose tecniche di riciclo creativo utilizzeremo con i ragazzi la tecnica del kintsugi: l’arte delle preziose cicatrici.
In questo caso gli oggetti spesso perdono il loro scopo iniziale d’uso per acquistarne in valore e bellezza. Rompendosi, la ceramica prende nuova vita attraverso le linee di frattura all’oggetto, che diventa ancora più pregiato, grazie alle sue cicatrici. L’arte di abbracciare il danno, di non vergognarsi delle ferite, è la delicata lezione simbolica suggerita dall’antica arte giapponese del kintsugi.
Nella vita di ognuno di noi, forse, si deve cercare il modo di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di crescere attraverso le proprie esperienze dolorose, di valorizzarle, esibirle e convincersi che sono proprio queste che rendono ogni persona unica, preziosa.

 

 Laboratorio di teatro per i pazienti della Comunità Persefone in Abruzzo

 

LABORATORIO DI TEATRO

La TeatroTerapia è una forma di terapia creativa di gruppo che si avvale delle tecniche e dei linguaggi tipici del teatro, utilizzandoli come strumenti di ricerca ed empowerment del benessere psicofisico degli individui.
La TeatroTerapia può essere dunque definita come “la messa in scena dei propri vissuti, all’interno di un gruppo, con il supporto dei principi di presenza scenica derivati dal lavoro dell’attore; mentre, da un punto di vista psicologico, consiste principalmente nella conoscenza di sé partendo dalle proprie emozioni e da come queste sono espresse nei gesti del corpo” (Walter Orioli). Dal momento che l’accento non è posto sulla tecnica ma sulle possibilità di esprimersi attraverso vari linguaggi, del corpo oltre che verbalmente, la partecipazione ad un gruppo di TeatroTerapia può essere efficacemente sperimentata anche da parte di chi non ha esperienza teatrale di alcun tipo. La TeatroTerapia non produce diagnosi né interpretazioni psicologiche; non sostituisce, dunque, le cure psicoterapeutiche ma le affianca.
L’approccio teatroterapeutico consente di agire ciò che non si può esprimere a parole o che non sarebbe ugualmente liberatorio raccontare. Inoltre il contesto protetto del palco permette di apprendere nuove reazioni di tipo cognitivo e comportamentale sperimentando un “altro sé” in situazioni temute, che possono essere affrontate attraverso la drammatizzazione. L’”area intermedia” è uno spazio che Winnicott dice essere posto tra interno ed esterno dell’individuo, dove possiamo permetterci tutto, persino di essere più veri. Condizioni fondamentali per il raggiungimento di un qualunque obiettivo di TeatroTerapia sono perciò la creazione e il mantenimento di un clima di gruppo in cui si favoriscano la libera espressione di sé e la rinuncia al giudizio verbale e non verbale.

 

 

 Laboratorio dalla Semina al Raccolto alla Comunità terapeutica Persefone

DALLA SEMINA AL RACCOLTO

L’orto permette di “imparare facendo”, di sviluppare la manualità e il rapporto reale e pratico con gli elementi naturali e ambientali, di sviluppare il concetto del “prendersi cura di”, di imparare ad aspettare, di cogliere il concetto di diversità, di lavorare in gruppo e permette agganci reali con l’educazione alimentare e il cibo.
Ma questo progetto costituisce anche un percorso che cerca di unire più generazioni. La Comunità Persefone coinvolgerà nel progetto i nonni volontari, gli anziani della comunità, gli agricoltori che hanno fatto della coltivazione della terra la loro vita. L’esperienza diretta nell’orto infatti oltre ad essere strumento didattico interdisciplinare, può anche diventare mezzo trasversale, per costruire relazioni tra la comunità, i minori, le famiglie e la società civile che opportunamente coinvolta riesce così a trasformarsi in comunità educante.
La strutturazione di un orto rappresenta uno strumento di educazione ecologica potente e multiforme capace di riconnettere i minori con le origini del cibo e della vita. Attraverso le attività di semina, cura e compostaggio potranno apprendere i principi dell’educazione ambientale ed alimentare, in un contesto favorevole al loro benessere fisico e psicologico, imparando a prendersi cura del proprio territorio. I ragazzi impareranno a conoscere ciò che mangiano producendolo da soli e rispettando le risorse del nostro pianeta. La coltivazione di frutta e verdura è il punto di partenza affinché i ragazzi sviluppino un rapporto sano con il cibo, nel rispetto della natura, dei suoi ritmi e dei cicli.
La scelta di questa esperienza progettuale interdisciplinare si fonda sulla convinzione che far sperimentare ai ragazzi delle attività manuali finalizzate alla costruzione di strutture permanenti, quali sono un orto e un giardino, richiede un impegno costante e capacità progettuali/esecutive prolungate nel tempo.
Impareranno l’importanza dei semi, così piccoli ma potenzialmente grandi, del prendersene cura nel modo giusto, impareranno che ogni seme necessita di cure diverse, di diverso terreno, di tempi diversi per svilupparsi. Impareranno in questo modo la diversità come naturale espressione del proprio essere.

 

 Laboratorio di cucina alla Comunità Persefone ad Avezzano (AQ)

 

..ALLA CUCINA

I frutti di questo attento lavoro verranno utilizzati nel laboratorio di cucina.
I ragazzi saranno seguiti dagli operatori ed entrambi istruiti da un cuoco volontario. Il laboratorio prevede che il cuoco prepari, con l’aiuto dei ragazzi, l’impasto della pizza, che sarà lasciata a riposare per 48 ore. Anche in questo laboratorio i ragazzi comprenderanno l’importanza dei tempi per la realizzazione di un prodotto ben riuscito. Cucinare è un’arte e prevede, quindi, un processo creativo. Il cuoco spiegherà ai ragazzi le ricette, a cosa serve ciascun ingrediente e quanto ogni più piccolo ingrediente sia necessario a dare sapore, colore e vita al prodotto finale.
Dopo le 48 ore di riposo, l’impasto sarà maneggiato da tutti i ragazzi. Ognuno ne potrà sentire la consistenza, maneggiarlo, stenderlo e creare una propria pizza. I prodotti per condire le pizze saranno raccolti dall’orto della comunità.
La fase di cottura sarà eseguita soltanto dagli operatori e dal cuoco.
La cena rappresenterà la fase finale dell’intero laboratorio, durante la quale i ragazzi acquisteranno consapevolezza dell’importanza del lavoro svolto e trarranno soddisfazione dal risultato finale. Avranno creato nutrimento per la propria comunità.

 

 

 Laboratorio di Pet Therapy presso la Comunità terapeutica Persefone ad Avezzano

PET THERAPY

La Comunità Persefone, facendo riferimento ad importanti Associazioni di volontariato attive sul territorio e operanti nel campo dell’assistenza ad animali abbandonati, educa i minori alla conoscenza degli animali. Insegna ai ragazzi in che modo gli animali comunicano con noi, quali sono i loro bisogni, le cure necessarie al loro benessere ordinario e straordinario. Per il minore l’animale assume una forte valenza emotiva, impara così a prendersi cura di qualcun altro, a fare attenzione a cosa è importante non solo per sé.
Gandhi dice “la grandezza e il progresso morale di una nazione si misurano in relazione a come vengono trattati i suoi animali”.
Il rapporto del bambino con il “diverso” ha un ruolo fondamentale nello sviluppo psicologico dell'essere umano. I soggetti in grado di commettere atti di crudeltà nei confronti degli animali, sono in grado di indirizzare la violenza verso gli essere umani, in particolare verso i soggetti più deboli, incapaci di difendersi e maggiormente remissivi. L'educazione al rispetto degli animali è essenziale per lo sviluppo del sentimento di empatia, dell'altruismo, dell'accettazione del diverso. L’empatia è la capacità di prendersi cura degli altri avvertendo le loro necessità e bisogni, attraverso la percezione e l’ascolto dei loro sentimenti.
Si assiste tra i giovani ad una dilagante alessitimia ovvero l’incapacità di dare un nome alle emozioni e ai sentimenti.
La Pet Therapy, o Interventi Assistiti con gli Animali, si svolge in contesti non soltanto terapeutici, ma anche educativi o ludici. La complessa e delicata relazione, intima e sorprendentemente immediata, che si instaura tra il minore e l’animale domestico stimola l’attivazione emozionale, lo sviluppo dell’empatia. Permette al minore di conoscere nuovi modi di comunicare le proprie emozioni, lo aiuta nella socializzazione, aumenta l’autostima. L’animale non fa differenze, non giudica, si dona totalmente. Stimola dunque la profonda riflessione su sentimenti quali il rispetto, la fiducia e la reciprocità.
A livello fisiologico il contatto con l’animale, riduce le ansie, le paure e rallenta il battito cardiaco.

 

 

EDUCAZIONE SESSUALE

Nella preadolescenza si compie lo sviluppo puberale, cioè la maturazione dell’apparato sessuale e la comparsa dei caratteri sessuali secondari (crescita del seno, crescita di peli pubici). Il proprio schema corporeo cambia rapidamente, mentre accettarne i cambiamenti richiede più tempo. Il ragazzo si ritrova a dover integrare caratteristiche ancora infantili e caratteristiche adulte, è un periodo di transizione che può provocare imbarazzo e timore.
Occorre elaborare una nuova identità corporea e psicologica.
Oltre alle modifiche anatomiche, lo sviluppo corporeo presenta modifiche e instabilità ormonali, le quali potrebbero suscitare un senso di perdita di controllo su se stessi e al contempo aprire la possibilità di compiere nuove esperienze di tipo sessuale.
Tuttavia, lo sviluppo sessuale non procede in concomitanza con lo sviluppo sociale, quindi l’adolescente può trovarsi a compiere esperienze precoci sotto la pressione delle modifiche corporee, delle insicurezze psicologiche e dell’entusiasmo per l’acquisizione di una nuova funzionalità che si vuole mettere alla prova. Tutto questo avviene in assenza di un completo sviluppo cognitivo, emotivo e sociale che consenta di elaborare l’esperienza sessuale ed affrontarla con consapevolezza. In questa prospettiva, è quindi fondamentale fornire ai ragazzi la possibilità di confrontarsi e riflettere in un clima di fiducia e di ascolto reciproco attraverso l’educazione socio-affettiva. La valorizzazione della dimensione sessuale va trasmessa attraverso il sostegno di competenze che hanno a che fare con il rispetto di sé e dell’altro, la responsabilità delle proprie azioni, la capacità di prendere decisioni in modo autonomo, quindi, più in generale ad avere un atteggiamento positivo e critico, non precostituito, nei confronti della sessualità.
Il progetto persegue i seguenti obiettivi:

  • creare uno spazio di ascolto e confronto attraverso la partecipazione attiva dei ragazzi;
  • favorire una globale visione della sessualità come dimensione della persona, sotto gli aspetti biologico- riproduttivo, psico- affettivo, socio- relazionale;
  • familiarizzare con i temi ed il linguaggio della sessualità;
  • aiutare i ragazzi a comprendere i cambiamenti fisici e a riconoscere le emozioni ad essi connessi;
  • promuovere la conoscenza dei metodi contraccettivi, del loro utilizzo e della loro efficacia, per la prevenzione di gravidanze indesiderate e delle malattie a trasmissione sessuale.

 

 

ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO

Attraverso l'alternanza scuola-lavoro, viene introdotto in maniera universale un metodo didattico e di apprendimento in sintonia con le esigenze del mondo esterno che chiama in causa anche gli adulti, in modo da favorire anche la comunicazione intergenerazionale, con scambio di esperienze e crescita reciproca.
In quest’ottica completa e definita relativa alla possibilità di ogni ragazzo e ragazza di potersi sentire parte di un gruppo lavorativo, artefice e protagonista del proprio lavoro e del raggiungimento dei propri obiettivi di natura sia personale sia professionale, La Comunità educativa per minori “Persefone” , in collaborazione con il ragazzo o/e la ragazza, ospiti delle stessa, l’ ufficio scolastico, la struttura ospitante nella quale viene concretizzato il percorso di alternanza scuola- lavoro, la famiglia (qualora possibile), i servizi invianti, redigerà, una relazione individualizzata dinamica e flessibile nella quale verrà registrata tutta l’ esperienza vissuta dal minore, gli obiettivi e le competenze lavorativi raggiunti, i punti di forza e i punti di debolezza.
L’esperienza di alternanza scuola lavoro, sarà motivo di dibattito, testimonianza, confronto tra i minori ospiti in comunità e gli operatori, anche mediante la definizione di laboratori specifici programmati in base all’esperienza personalizzata di ogni ragazzo e ragazza, con la lettura condivisa del diario di bordo, nonché sarà un’ opportunità di vita molto importante per imparare a svolgere mansioni che si rileveranno molto utili una volta terminati gli studi e nello specifico, il percorso comunitario.
Partendo dal presupposto fondamentale secondo il quale, i ragazzi e le ragazze che si trovano a dover affrontare il percorso educativo in comunità, interrompono temporaneamente l’assetto familiare ma non certo quello educativo, il quale deve poter continuare con la massima efficacia ed efficienza.

 

  Laboratorio per arti marziali alla Comunità Persefone per adolescenti

 

ARTI MARZIALI

Nell'antichità lo sport era un'attività che metteva a dura prova le capacità fisiche dell'atleta, un mezzo di interazione, un modo per riunire persone diverse sotto un'unica passione. Nella società moderna, dove si è a contatto con persone provenienti da paesi diversi, con culture, tradizioni ed usanze dissimili dalle nostre, lo sport rappresenta un elemento di coesione. In un'epoca dove si esalta l'individualità esiste ancora un modo per apprendere il rispetto dell'altro unitamente alla piena coscienza di sé.
Gli studi scientifici sull'effetto benefico delle Arti Marziali e degli sport da combattimento nei bambini e nei ragazzi adolescenti hanno dimostrato un incremento della capacità di concentrazione, della disciplina, delle capacità comunicative e relazionali. Ulteriori effetti benefici riguardano l'autostima e la capacita di combattere il bullismo attraverso la pratica di queste discipline.
I ragazzi imparano a sviluppare un’organizzazione mentale, che regola importanti sequenze psico-motorie, favorendo, quindi, la propensione ad assumere processi decisionali con differente grado di responsabilità.
Lo sviluppo delle capacità di aggregazione e di socializzazione è l'altro cavallo di battaglia di queste discipline, che stimolano l’interazione collaborativa ed il confronto con i compagni, facendo acquisire coerenti comportamenti ispirati alla sicurezza e al rispetto.
Ulteriori studi universitari sui ritmi cerebrali nel campo delle neuroscienze dimostrano come attraverso queste discipline i ragazzi imparano a controllare gli impulsi causa di gravi conflitti a scuola (ad esempio il bullismo), a metabolizzare l’eccesso di aggressività distruttiva e riutilizzarla in modo positivo.
Il gioco e lo sport diventano perciò fondamentali per realizzare il bisogno di movimento inteso come esigenza di esprimere energie organiche, quale luogo per la compensazione di eventuali frustrazioni subite in altri campi di azione, soprattutto, per la canalizzazione costruttiva dell’aggressività mediante l’inserimento nel sociale, inteso come ricerca di contatto con gli altri e quindi come desiderio di entrare a far parte di un gruppo.

 

 

Laboratorio di Arte presso la Comunità riabilitativa

LABORATORI DI MANUTENZIONE

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